venerdì 4 novembre 2011

4 novembre

Oggi abbiamo parlato del 4 novembre.
Nessuno sapeva che la via della scuola, lato salesiani, si chiama così per ricordare il monte Podgora-Calvario, una collina di 240 metri di altezza a nord-ovest della città di Gorizia vicino alla riva destra dell'Isonzo.
Guarda queste due mappe della città (puoi aprirle in una nuova finestra per ingrandirle). Cerchiate in rosso ci sono alcune delle vie che ricordano la Grande Guerra, combattuta dal 1915 al 1918: via Monte San Michele, via Monte Sabotino, via Monte Ortigara, via Piave, via Vittorio Veneto, via Filippo Corridoni... poi ci sono via Cesare Battisti, via XXIV maggio, e altre ancora.




Il 4 novembre 1918 finì la Prima Guerra Mondiale.
La Grande Guerra costò al nostro Paese 650.000 caduti, più altrettanti dispersi e quasi un milione di feriti. Se digiti "Prima guerra mondiale" in Wikipedia si apre la pagina che riporta, in fondo, tutti i numeri di questa orrenda carneficina.
Nel 1924, a Trento, col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo grande conflitto mondiale venne fusa una campana. Fu battezzata col nome di Maria Dolens (è la Madonna che soffre per la perdita di suo figlio Gesù e rappresenta tutte le madri che hanno perso i propri figli nella grande tragedia della guerra) e suona per onorare i Caduti di tutte le guerre e per invocare pace e fratellanza fra i popoli del mondo intero.
La Campana venne rifusa a Verona il 13 giugno 1939 e ritornava a Rovereto il 26 maggio 1940 per riprendere così la sua alta missione di pace e fratellanza universale. Il 31 agosto 1960, per una grave, irreparabile incrinatura la Campana cessava di suonare ed il 1° ottobre 1964, grazie all'apporto finanziario dei Lions Club d’italia, veniva rifusa nei pressi di Reggio Emilia.
Puoi ascoltarla qui.

Leggiamo adesso uno scritto di Adolfo Zamboni, tenente, aiutante maggiore del II° battaglione del 141° reggimento fanteria, brigata Catanzaro:

... un corrispondente viennese [scrisse] intorno al Podgora: “Proprio vicino a Gorizia s’eleva il famoso Podgora che consta solo di un’altura bassa, allungata, sprovvista di ogni rilievo atto ai ripari: tra questa e la città scorre il fiume non meno famoso [l'Isonzo].

Chi attraversa il ponte sull’Isonzo per salire al colle, sente passare per le vene un brivido freddo; nessuno va mai al di là senza trattenere il fiato; tutti lo confessano, anche gli Austriaci del Podgora (cioè le truppe scelte dall’avversario a presidio di quelle terribile posizione)”.

E continua il corrispondente: “Un reggimento italiano era stato avvisato che non avrebbe ricevuto il cambio dalle trincee se prima non avesse preso il Podgora: quest’ordine venne reso noto a Cormons prima della partenza, ed ognuno lo apprese come una vera sentenza di morte: per tre settimane intere il reggimento cozzò contro il Podgora; caddero uomini su uomini tanto che alla fine i cadaveri coprivano quasi interamente le posizioni contese. Indosso ad un giovane tenente italiano, il cui cadavere rimase sulle nostre trincee, si trovò una lettera così indirizzata: All’amico o nemico. Nel testo raccomandava la vecchia madre al suo unico fratello: - Debbo andare contro una posizione inespugnabile, inattaccabile e so che cadrò. Guarda però che non tremo .”

3 commenti:

  1. sulla tecnoclasse ho inserito un post sui cani....ma ho dimenticato di firmarmi!!! scusate!!!
    (per vedere il cane, schiacciate sul "nome"!)

    RispondiElimina
  2. prof alla fine sono riuscita a impostare un post!

    RispondiElimina
  3. ho visto! se dimentichi qualcosa, puoi entrare nella modalità "modifica post" e aggiungere! ho corretto il codice perché non funzionava il link.
    ciao, prof

    RispondiElimina