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mercoledì 10 gennaio 2018

2A - Le forze - Equilibrio della bilancia

La bilancia matematica usata oggi:

Abbiamo cercato l'equilibrio sistemando un opportuno numero di pesi su uno dei pioli a sinistra, dopo aver posto a destra 3 pesi in posizione 8. Alcune scelte portavano la bilancia in equilibrio, altre no.
Le scelte buone erano:
Numero pesi   3  |  4  |  6  |  12  |  8
Posizione        8  |  6  |  4  |   1   |  3

Nicholas ha capito che il prodotto Numero pesi x Posizione doveva sempre essere uguale a 24.

Altri esempi:


Il bambino B che pesa 500 N, se si siede a 2 m dal fulcro, fa equilibrio al ragazzo A che pesa 1000 N seduto a 1 m dal fulcro:


Infatti 500x2=1000x1.

Per questa bilancia:

Sinistra: 10 N x 2 m = 20 Nxm
Destra:   20 N x 1 m = 20 Nxm
Il prodotto peso per distanza è uguale.

Problema risolto
Quanto deve pesare il peso a destra per fare equilibrio?
A sinistra ho 20 N x 12 m= 240 N x m
A destra devo avere 240 per fare equilibrio. Se il peso è a 8 m, dovrà essere 240 : 8 =30 N

.

Adesso ne sai abbastanza per giocare:

Chi è PhET


Founded in 2002 by Nobel Laureate Carl Wieman, the PhET Interactive Simulations project at the University of Colorado Boulder creates free interactive math and science simulations. PhET sims are based on extensive education research and engage students through an intuitive, game-like environment where students learn through exploration and discovery.
INTERACT, DISCOVER, LEARN!
Carl Edwin Wieman (Corvallis, 26 marzo 1951) è un fisico statunitense. Wieman è nato nello stato dell'Oregon, ha conseguito il bachelor of science nel 1975 al MIT ed il dottorato all'Università di Stanford nel 1977. Il 9 ottobre 2001 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la fisica, assieme a Wolfgang Ketterle ed Eric Cornell, per aver ottenuto la prima condensazione di Bose-Einstein (uno stato della materia che si ottiene quando si porta un insieme di bosoni a temperature estremamente vicine allo zero assoluto di 0 K, corrispondente a -273,15 °C)e per i primi studi sulle proprietà dei condensati.

giovedì 2 novembre 2017

3A - Forze ed elasticità

Il dinamometro (dal greco dynamis "forza" e metron "misura") è lo strumento per la misurazione della forza. E' costituito da una molla con una scala graduataLa scala si presenta come una successione di tacche equidistanti  che corrispondono ad un preciso valore della grandezza di misura; la distanza tra due tratti adiacenti costituisce una divisione della scala.
Quando fai la misura, leggi la corrispondenza tra l'indice e la scala graduata, ottenendo  il valore numerico della misura.
Lo spostamento fra le estremità della molla, dovuto all'allungamento di quest’ultima, è rilevato da un indice (la laminetta rossa) che si muove rispetto alla scala. L'applicazione (al gancio) di un peso inferiore alla sensibilità minima non comporta il movimento della lancetta dallo zero. 


La sensibilità del dinamometro è il più piccolo peso in grado di produrre uno spostamento apprezzabile rispetto all'inizio della scala dello strumento: è il più piccolo valore della grandezza che lo strumento può rilevare. Lo zero della scala si ha con la molla in scarico, cioè senza nessun peso agganciato. Attenzione a regolare lo zero prima da fare la misura; l'indice potrebbe essere spostato:



Osserva la scala dei grammi, a destra. Ci sono due tacche lunghe (a 0 - freccia rossa - e a 100- freccia gialla), e una terza a metà (50 - freccia verde). Ogni intervallo da 50 è diviso da tacche più corte in cinque parti, ciascuna delle quali da 10. Altre tacche ancora più corte individuano altre divisioni da 5. La divisione da 5 è la più piccola della nostra scala: quindi, per quanto detto prima, la sensibilità del nostro dinamometro è 5 g. La seguente misura è dunque di 95 g (freccia blu): 

Attenzione al fatto che lo spessore della laminetta rossa (l'indice) è uguale a una delle divisioni più piccole, da 5 g.  L'estremità destra punta sulla tacchetta da 95. C'è quindi un po' di errore.
La portata di uno strumento è il più grande valore della grandezza che lo strumento è in grado di misurare. Guardando la foto 1 vedi che la portata del nostro strumento è 500 g. La portata viene anche detta fondo scala e rappresenta il limite superiore del campo di misura.
ATTENZIONE!Nel linguaggio comune confondiamo la massa con il peso e a usare per quest’ultimo il kilogrammo come unità di misura (nel nostro dinamometro il grammo). Però le due grandezze sono distinte e  diverse: la massa è una proprietà della materia, mentre il peso è la forza con cui l'oggetto è attratto dalla Terra (o da un altro pianeta). Nello spazio, lontano da pianeti o stelle, gli oggetti non hanno peso ma hanno una massa: l'astronauta in orbita sulla stazione spaziale non ha peso come tutti gli oggetti dell'abitacolo, ma se urta un tavolo si fa male lo stesso!


Differenza tra precisione di una misura e accuratezza di una misura.
Immagina una serie di frecce scagliate su un bersaglio: quanto più le frecce giungono raggruppate, tanto più la serie di tiri è precisa.
Non importa quanto il centro del gruppo (la media) si avvicini al centro del bersaglio, fattore invece determinato dall'accuratezza. Nell'immagine a destra, le serie di dati A e B sono ugualmente precise, ma la serie B è lontana dal centro del bersaglio: la misura è perciò inaccurata. In C, i dati sono poco precisi, ma la misura è invece accurata. In D, non si hanno né precisione né accuratezza. 

Chiariti questi aspetti sullo strumento di misura procediamo allo studio della relazione tra numero di pesi e peso letto sul dinamometro (molla tarata).
Un gruppo ha invece studiato dell'allungamento di una molla. Dati di Francesco e Paolo:



Grafico in cui abbiamo inserito una linea che approssima meglio i punti sperimentali:


Trovo una retta passante (salvo errore sperimentale) da O. Ho una relazione di proporzionalità diretta tra peso ed allungamento. L'allungamento subìto da un corpo elastico (la molla) è direttamente proporzionale alla forza ad esso applicata; la costante di proporzionalità viene detta costante elastica e dipende dalla natura del materiale stesso.

La forza elastica Fè direttamente proporzionale allo spostamento che subisce un punto materiale e deriva dalla proprietà dei corpi di deformarsi.
Il segno negativo deriva dal verso discorde tra la forza e l’allungamento. Qualsiasi sia lo spostamento, la forza elastica reagisce in direzione opposta. La costante di proporzionalità k è nota come la costante elastica. La forza ottenuta si contrappone alle deformazioni dovute all'allungamento, per riportare la molla alla lunghezza iniziale
La formula è
Fe = – K Δx 

con  F = forza applicata in Newton (N), K = costante elastica  in N/m,  Δx = variazione della lunghezza del corpo elastico sottoposto a forza. La formula Fe = – K Δx si chiama legge di Hooke.

Chi era Hooke.

mercoledì 1 novembre 2017

3A - Forze, lavoro, energia

Abbiamo ripreso alcune definizioni ed introdotto nuovi concetti.

Cos'è una forza?
Una forza è una grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione di due o più corpi.
Per specificare completamente una forza ho bisogno di conoscere la sua intensità o modulo della forza, il punto di applicazione (il punto del corpo dove la forza agisce), di una direzione e di un verso (indicato dall'orientamento del vettore). L'unità di misura della forza nel SI è il newton (N).

Le forze sono le cause del cambiamento del moto dei corpi. Possono mettere in moto un corpo che si trovava in stato di quiete, modificare il movimento di un corpo già in moto, o riportare il corpo in stato di quiete.
Un corpo, anche se sottoposto a forze, può rimanere in quiete; ciò succede quando le forze subite dal corpo si bilanciano esattamente. Dello studio di questi effetti si occupa la statica, che analizza gli effetti delle forze sui corpi in quiete e ricerca le condizioni di equilibrio di corpi sottoposti ad un insieme di forze diverse. La dinamica analizza gli effetti delle forze sul movimento.
Componi le forze con l'animazione:
Composizione di forze

Cos'è il lavoro?

In fisica, il lavoro è definito tramite l'azione di una forza (o una risultante di forze) quando l'oggetto subisce uno spostamento e la forza ha una componente non nulla nella direzione dello spostamento.
Forza e spostamento sono grandezze vettoriali.
Spostamento orizzontale di un corpo sotto l'azione di una forza. Tale spostamento richiede lavoro per potere essere svolto.
Supponiamo di avere una forza costante F⃗ il cui punto di applicazione compie uno spostamento, dove lo spostamento è quel vettore che collega la posizione iniziale e la posizione finale di un moto:
s⃗ =P finale−P iniziale
Allora, definiamo il lavoro compiuto dalla forza F⃗ lungo lo spostamento s⃗ come il prodotto tra s e la componente di F⃗ lungo la direzione individuata da s⃗ :
L = F ⋅ s

Casi particolari:
1- spostamento in direzione perpendicolare alla forza
2- spostamento in direzione della forza e in verso concorde
3- spostamento in direzione della forza ma in verso discorde


1- Se s⃗ ed F⃗ sono perpendicolari, invece il lavoro sarà nullo, poichè la proiezione del vettore F⃗ lungo la direzione di s⃗ è solo un punto (che non ha lunghezza):
L=0

2- Se forza e spostamento sono paralleli e concordi, la componente della forza nella direzione dello spostamento è la forza stessa. Il lavoro della forza è quindi pari al prodotto del modulo di F⃗ per il modulo della forza s⃗:
L = F  s

3- Se s⃗ ed F⃗ sono paralleli ma discordi, il prodotto verrà cambiato di segno:
L= -F  s

Calcoliamo per esempio il lavoro effettuato dalla forza elastica, l’intensità della quale è data dalla legge di Hooke F(x)= - k x ove l’ascissa x rappresenta l’allungamento (con segno) della molla dalla sua posizione di equilibrio. Ricordiamo che il segno “− ” rappresenta il fatto che la forza è sempre in verso opposto allo spostamento: di conseguenza, avremo un lavoro negativo.
La forza elastica si manifesta in presenza di uno spostamento dalla posizione di equilibrio, e cerca di far tornare il punto proprio là: è naturale quindi che la forza sia diretta come lo spostamento, ma nel verso opposto. Si verifica sperimentalmente che il modulo della forza elastica è direttamente proporzionale allo spostamento: la costante di proporzionalità fra queste due grandezze si chiama costante elastica.

NOTA - In fisica le grandezze non sono tutte dello stesso tipo e si suddividono in due grandi categorie: scalari o vettoriali. Le grandezze scalari sono quelle grandezze che possono essere descritte solo con un numero e un’unità di misura. Quel numero rappresenta la loro misura. Il lavoro è una grandezza scalare, come anche il tempo. Le forze sono invece vettori.

L’energia che un corpo possiede è quella grandezza fisica che misura la capacità del corpo di compiere lavoro.

Per il momento ci accontentiamo di questa definizione.

Energia cinetica e potenziale: le montagne russe


Al link seguente troverai un'animazione che mostra come variano energia potenziale (= in fisica, l'energia potenziale di un oggetto è l'energia che esso possiede in virtù della sua posizione) ed energia cinetica (= energia che possiede un corpo per il movimento che ha o che acquista) durante il moto dei vagoncini sulle montagne russe. Puoi anche bloccare il trenino in certe posizioni e controllare il diagramma a torta che ti dice come variano energia potenziale ed energia cinetica.
Mini dizionario:
Roller coaster = montagne russe
potential and kinetic energy= energia potenziale e cinetica
coaster cars= vagoncini delle montagne russe
up and down the hills= su e giù per le colline
around the loop of the track=intorno all'anello
a pie chart=diagramma a torta
gravitational potential energy=energia potenziale gravitazionale

Una corsa sulle montagne russe

e per finire:

Un minuto da brivido

Ora prova tu con lo skate su una rampa (trascina lì lo skater):



martedì 7 maggio 2013

Forza e lavoro



Cosa dice il video? Supponi di voler muovere una roccia di piccole dimensioni. Non puoi farlo con il pensiero né per magia, né puoi ordinare alla roccia di spostarsi (move): l'unico modo è agire con una forza sulla roccia. Cos'è una forza? qualcosa che spinge (push) o tira (pull) qualcosa d'altro: la forza della mano spinge la roccia o la tira. Non importa cosa spinge o tira; può esserci anche una forza che non vedi, come quando togli il tavolo da sotto la roccia: in questo caso la forza che muove la roccia è la gravità. La gravità è la forza che muove la roccia verso il centro della Terra, e lo fa con qualsiasi altra cosa, te incluso. Quando la roccia è sul tavolo, la gravità le impedisce (to keep from) di cadere; ma se rimuovi il tavolo, la forza può manifestarsi. Se poi sollevi la roccia, usi un'altra forza per sollevarla (to lift). se si muove qualcosa, c'è di mezzo una forza!

mercoledì 30 maggio 2012

Attrito

Riceviamo una relazione da Fabrizio a cui aggiungiamo una breve presentazione e i calcoli eseguiti oggi.

L’attrito si esercita tra le superfici di corpi a contatto. Per un corpo di peso P appoggiato su un piano orizzontale è chiamiamo coefficiente di attrito radente il rapporto tra la forza di attrito radente ed il peso P del corpo: coefficiente di attrito radente=Fr/P
(attento: questo è un caso particolare; in generale si usa la componente perpendicolare al piano di appoggio della risultante delle forze agenti sul corpo)
Il coefficiente d'attrito è una grandezza adimensionale e dipende dai materiali delle due superfici a contatto e dal modo in cui sono state lavorate.
L'attrito volvente è più piccolo di quello radente. Mentre quest'ultimo dipende dal reciproco strisciamento di due corpi solidi, quello volvente è dovuto al rotolamento dell'uno sull'altro. La superficie di contatto tra i due solidi è piccolissima in questo caso.

L’ATTRITO 
MATERIALI
Parallelepipedo 15x5x3 del peso di 250 g (con lati di diverse materiali: legno lucido, velluto, plastica), dinamometro, cilindri di acciaio.
PROCEDIMENTO
Aggancio il dinamometro al blocco e tiro orizzontalmente al piano del tavolo fino a smuovere il blocco; la superficie a contatto con il banco è la plastica. Poi ripeto con la superficie di legno lucido
OSSERVAZIONI
La forza per muovere il blocco è di 31,8 g (valore medio dopo una decina di misure).
La seconda misura dà (valore medio) 29,9 g.
L’ultima misura la facciamo con dei cilindri di acciaio sotto il blocco e la forza per spostare il blocco è praticamente nulla.
Calcolo il coefficiente di attrito radente nei due casi con la formula m=Fr/P e trovo:
coefficiente di attrito radente=31,8/250=0,127  e coefficiente di attrito radente=29,9/250=0,120
CONCLUSIONI
Ho determinato il coefficiente di attrito radente tra i diversi materiali. Ho capito che la forza per spostare il blocco è inferiore quando l’attrito è volvente. Con l’attrito volvente l’attrito è come si azzerasse.

FABRIZIO GREPPI 

mercoledì 16 maggio 2012

Proporzionalità e altro: applets per capire meglio

1- Ecco l'applet per rifare il lavoro di laboratorio con la bilancia. Leggi bene come fare.

2- Poi ancora il piano inclinato: scegli un angolo di 20° e fai partire. vedrai il dinamometro segnare un certo valore. Metti in pausa e spunta "vettori forza" per ottenere la scomposizione della forza peso (in fucsia) nella componenet parallela al piano (blu) e perpendicolare al piano (rossa). Per equilibrare queste due forze occorrono quella verde e quella marrone. Poi resetta e cambia l'angolo: 40°. Fai partire e poi guarda come cambia la scomposizione delle forze.

3- Esperimento virtuale con la molla: raccogli i dati e costruisci il grafico.

4- Sommiamo due le forze e tre forze.

mercoledì 9 maggio 2012

Le forze

Oggi in laboratorio abbiamo cominciato a studiare le forze.

 Il tiro alla fune
Equilibrio tra le due squadre


Le due carrucole: