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mercoledì 21 febbraio 2018

1A- Osservazioni al microscopio

Il microscopio (dal greco: μικρόν mikrón "piccolo" e σκοπεῖν skopéin "guardare") è uno strumento che ingrandisce gli oggetti di piccole dimensioni. Il microscopio può essere ottico, in cui l'osservazione utilizza la luce visibile, oppure elettronico, che utilizza fasci di elettroni. Il microscopio rende visibili oggetti molto piccoli.
Le caratteristiche più importanti sono l’ingrandimento e la risoluzione, ovvero la capacità di distinguere i particolari del campione in esame.
I primi strumenti vennero prodotti nei Paesi Bassi, ma l'attribuzione dell'invenzione è controversa. Galileo ne costruì uno. Altri scienziati che costruirono e migliorarono questo strumento furono Antoni van Leeuwenhoeke Robert Hooke.

Il microscopio è formato da una parte meccanica e una parte otticaLa parte meccanica (tra cui la base su cui poggia sul piano di lavoro ed il sistema di illuminazione) dà stabilità allo strumento. Lo stativo rappresenta infatti il corpo principale del microscopio e supporta i meccanismi di movimento (regolati da viti che consentono lo slittamento del piano su cui si collocano i campioni da osservare), di messa a fuoco (regolata anch'essa da viti) e la parte ottica. Il preparato da osservare si pone sul portaoggetti. Il tavolino portaoggetti si sposta verticalmente rispetto all'obiettivo tramite i comandi di messa a fuoco macro e micrometrici. La luce viene focalizzata sul campione da osservare. La parte ottica  è formata da lenti (obiettivo ed oculare) e dalla sorgente di luce. Preparazione dei vetriniIl vetrino portaoggetti è una piccola lastra di vetro che porta il campione da osservare. Il campione viene ricoperto da un'altra piccola lastra detta vetrino coprioggetti. I preparati devono essere sufficientemente sottili da risultare trasparenti al fascio di luce. Noi abbiamo osservato amido di riso, semolino di riso, polpa di patata. L'amido di riso, ed il semolino di riso sono stati sciolti in acqua. I campioni sono stati messi sul vetrino in uno strato sottile e poi colorati con tintura di iodio.

Il più semplice microscopio composto è formato da due lenti, obiettivo ed oculare. L’ingrandimento del microscopio è dato  dal prodotto di quello dell’oculare, tipicamente attorno a 10, e quello dell’obiettivo:

M0 x Me
dove M0  è l'ingrandimento dell'obiettivo ed Mquello dell'oculare.
Immagine da www.treccani.it

La parte meccanica (tra cui la base su cui poggia sul piano di lavoro ed il sistema di illuminazione) dà stabilità allo strumento. Lo stativo rappresenta infatti il corpo principale del microscopio e supporta i meccanismi di movimento (regolati da viti che consentono lo slittamento del piano su cui si collocano i campioni da osservare), di messa a fuoco (regolata anch'essa da viti) e la parte ottica. Il preparato da osservare si pone sul portaoggetti. Il tavolino portaoggetti si sposta verticalmente rispetto all'obiettivo tramite i comandi di messa a fuoco macro e micrometrici. La luce viene focalizzata sul campione da osservare. La parte ottica  è formata da lenti (obiettivo ed oculare)e dalla sorgente di luce.

Preparazione dei vetrini
Il vetrino portaoggetti è una piccola lastra di vetro che porta il campione da osservare. Il campione viene ricoperto da un'altra piccola lastra detta vetrino coprioggetti. I preparati devono essere sufficientemente sottili da risultare trasparenti al fascio di luce. Noi abbiamo osservato amido di riso, semolino di riso, polpa di patata. L'amido di riso ed il semolino di riso sono stati sciolti in acqua. I campioni sono stati messi sul vetrino in uno strato sottile e poi colorati con tintura di iodio , una soluzione idroalcolica - cioè una miscela di etanolo e acqua - di iodio e ioduro di potassio, usatissima come disinfettante). La tintura di iodio colora di blu-nero l'amido i cui granuli sono risultati visibili:


L'amido è un composto contenuto in pane, pasta, riso, patate, caratterizzato da un gran numero di unità di glucosio polimerizzate, cioè unite a formare un polimero, una lunga catena fatta di tante unità di glucosio (che possono variare da qualche centinaio fino ad alcune migliaia). L'amido è il carboidrato di riserva delle piante, immagazzinato come fonte energetica, prodotto a partire dal glucosio (C6H12O6), a sua volta sintetizzato dalla fotosintesi clorofilliana:
6 CO2 + 6 H2O + luce + clorofilla → C6H12O6 + 6 O2
(anidride carbonica e acqua che in presenza di luce e clorofilla si trasformano in glucosio ed ossigeno).

martedì 27 settembre 2016

3A - Selezione naturale e artificiale

I cacciatori-raccoglitori sono quelle popolazioni il cui sistema di sostentamento alimentare non si basa su alcuna forma di agricoltura o allevamento ma unicamente su acquisizione e prelievo di cibo e risorse alimentari dalla natura selvatica, con la caccia degli animali e la raccolta di frutti selvatici, senza far ricorso, a fini alimentari, a specie domesticate, vegetali o animali.

La caccia e raccolta furono sostituite dall'agricoltura e dall'allevamento. La domesticazione delle piante è la selezione operata dall'uomo su un certo numero di specie vegetali giudicate più utili rispetto alla massa delle piante selvatiche: nasce l'agricoltura.

Si tratta di una selezione artificiale, che agisce nello stesso modo in cui opera la selezione naturale (pensa ai fringuelli). E' stata utilizzata per creare delle nuove varietà che avessero delle caratteristiche ritenute migliori rispetto a quelle di partenza. L'uomo allevatore o coltivatore seleziona d individui più favorevoli per il suo scopo (pecore più lanose, pecore con zampe più corte,spighe più ricche di semi, ...) e li utilizza come riproduttori per la generazione seguente. Col tempo si cambiano gli organismi nella direzione desiderata (pensa al gioco dei pesci!), incrementando la caratteristica scelta dall'uomo.

In natura, la selezione agisce in quelle varianti che conferiscono un migliore adattamento agli organismi, e che pertanto permetteranno di produrre una migliore discendenza. Nella selezione artificiale, le caratteristiche scelte dall'uomo sono a suo proprio beneficio.

Nel nostro lavoro di agricoltori siamo arrivati finalmente al raccolto e alla preparazione di alcune varietà di cereali.





Dal sito del prof. Bressanini (link più avanti): 



Il grano, o frumento, tenero (Triticum aestivum) è originario del medio oriente. La sua farina è alla base di moltissime preparazioni: pane, pizze, focacce, torte, brioches, biscotti, dolci lievitati e così via. Nella produzione della farina il chicco viene privato del germe e dell’involucro esterno. L’endosperma viene poi rotto e macinato in fasi successive per produrre una farina del tipo desiderato.
La legge italiana classifica le farine in commercio in base al contenuto di minerali. O meglio, vengono classificate in base alle ceneri, cioè a quello che rimane dopo aver bruciato la farina.

Più è basso il contenuto di ceneri, più la farina è bianca.
La farina integrale avrà invece il massimo contenuto di ceneri perché tutto il chicco è stato utilizzato e sarà più scura.

La legge italiana classifica le farine di grano tenero nei tipi 00, 0, 1, 2 e integrale.
La farina di grano tenero è composta per la maggior parte da amido (64%-74%) e proteine (9%-15%). Queste, a contatto con l’acqua e per azione meccanica, si legano fra loro e formano un complesso proteico chiamato glutine, creando una specie di maglia elastica. Il glutine assorbe una volta e mezzo il suo peso in acqua, e durante la lievitazione trattiene l’anidride carbonica sviluppata dal lievito. Il tipo di farina determina le proprietà dell’impasto.

Approfondimento per futuri panificatori, ingegneri agro-alimentari, scienziati delle preparazioni alimentari, cuochi e chef http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/01/28/la-forza-della-farina/.

lunedì 8 novembre 2010

PRIMI LAVORI DI ALTERNATIVA

Abbiamo scoperto che nella polenta c'è l'amido.
Aggiungendo tintura di iodio alla farina di mais, questa assume un colore blu-viola.
Guardando al microscopio, si vedevano i granuli di amido.

scritto da Giacomo e Vittoria - 2C