giovedì 28 gennaio 2016

3A - Parreno





dal sito di Hangar Bicocca
Philippe Parreno Hypothesis / A cura di Andrea Lissoni

La mostra Philippe Parreno è uno degli artisti francesi più rilevanti degli ultimi venti anni a livello internazionale. Il lavoro dell’artista si sviluppa attraverso l’impiego di un’ampia varietà di media tra cui film, video, musica, scrittura e disegno.
Parreno adotta linguaggi e codici provenienti da media come la radio, la televisione, il cinema e, più recentemente, l’informatica per esplorare i confini della realtà e della sua rappresentazione.
Nell’ambito del suo percorso artistico, Parreno ha messo in discussione il concetto di autorialità collaborando con alcuni fra i più influenti artisti, architetti e musicisti degli ultimi due decenni. “Hypothesis” è la prima mostra antologica in Italia ed è concepita come uno spazio in cui una serie di eventi si svolgono in successione tra loro, come se fossero organizzati seguendo una coreografia. La mostra presenta alcune delle maggiori opere dell’artista insieme a lavori più recenti, caratterizzati dal suono e dalla luce, tra cui le iconiche Marquees, realizzate tra il 2006 e il 2015.
Philippe Parreno ha esposto in numerose istituzioni internazionali. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia.

Nel laboratorio abbiamo sperimentato con le ombre











Set elements for Walkaround Time,  di Jasper Jones, realizzata a partire da un’opera di Duchamp (1887-1968) per una coreografia di Merce Cunningham (1919-1999), è posta all'ingresso della mostra.
I props (materiali di scena) di Jasper Johns riproducono le immagini tratte da La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, di Marcel Duchamp.
Le diciannove Marquees formano Danny the Street, un lungo corridoio di strutture in plexiglass che, pendenti dal soffitto, mentre Another Day with Another Sun (2014), un sole artificiale disposto su un binario scorre percorrendo interamente lo spazio, creando un gioco di ombre sui grandi schermi dove vengono proiettati video. Le Marquees sono le insegne luminose collocate negli anni ’50 all’esterno dei cinema a scopo promozionale che qui suggeriscono l'esistenza di una soglia da varcare per essere trascinati in un mondo di immagini e suoni. suoni esterni provenienti da ogni dove, come fossero presenze sconosciute.
Due pianoforti Disklavier, che determinano la sequenza temporale dell’esposizione, sembrano suonare da soli un’esecuzione del pianista Mikhail Rudy.


Nell'opera Alien Season una seppia gigante compare e scompare. Ha detto l’artista: «Da ragazzo fantasticavo sempre sul fatto che aprendo la bocca ne sarebbe uscito un proiettore a fascio luminoso; l’immaginazione rendeva tutto facile e alla portata; avrei potuto avere anche qualcosa sulla pelle come fanno le seppie giganti».
Il video Invisibleboy  rappresenta la vita di un bambino cinese immigrato che vive nella zona di Chinatown a New York. Figure mostruose immaginarie incarnano le paure del protagonista.  Le figure sono generate attraverso incisioni realizzate direttamente sulla pellicola e sembrano animarsi sui fotogrammi. Con quest’opera Parreno cerca di dare un’immagine a quelle persone che genericamente sono definite come degli “invisibili” che sfuggono a ogni classificazione giuridica.
Il video Anywhere out of the Word fa parte di No ghost just a shell, un progetto di Pierre Huyghe che ha come protagonista un personaggio manga. Nel 1999 Parreno e Huyghe comprano i diritti di un personaggio dei manga giapponesi, che chiamano Annlee. Liberandolo dai vincoli di copyright chiedono ad altri artisti e designer di realizzare diverse opere che abbiano AnnLee come protagonista . Questo è il primo episodio, caratterizzato da un’unica sequenza in cui Annlee si presenta come una ragazza senza passato e dichiara la sua esistenza come prodotto libero dalle leggi del copyright e del mercato. La voce di Annlee è stata creata in digitale dall’artista.


Ispirato all’omonimo romanzo di culto incompiuto di René Daumal (1908-1944), Mont Analogue è composto da una sequenza luminosa colorata diffusa nello spazio da un proiettore senza lenti. La progressione dei fasci di luce monocroma si basa sulla traduzione in codice morse del romanzo. Il testo di Daumal narra dell’ipotesi condivisa da un gruppo di amici dell’esistenza di una montagna – il Monte Analogo – che equilibrerebbe la somma delle masse montagnose dell’emisfero nord del pianeta. La spedizione che ne segue porta alla conferma dell’esistenza della montagna e di una misteriosa comunità che abita ai suoi piedi, ma la morte di Daumal impedisce di conoscere il destino dell’ascensione alla vetta.





Nessun commento:

Posta un commento