Il lavoro che stiamo preparando per il concorso "Sesto e i suoi studenti", che quest'anno ha come tema l'ambiente, si è bloccato per due tristissimi eventi: l'abbattimento di due alberi magnifici da me molto amati. Uno, poi, allietava con una cornucopia di fiori profumati il giardino della scuola.
Perché un albero può essere abbattuto senza che i cittadini del quartiere lo sappiano e vengano informati sulle motivazioni? Se vedessimo uccidere un cane o un gatto per strada senza motivo, non ci preoccuperemmo di sapere cosa accade e perché? Abbattere un grande albero è altrettanto grave: un albero è un ecosistema, appartiene alla memoria della città, è parte viva del suo paesaggio.
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Mentre ripenso al nostro progetto per riformularlo in modo che il sacrificio del
Grande Pioppo e della
Bella Paulownia non siano dimenticati, voglio ringraziare
Mimma Pallavicini, giornalista specializzata ed esperta del verde, che ha ascoltato il mio sfogo e condiviso la mia rabbia e il mio dolore. Nel suo
blog ha scritto di noi.
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