L’attrito si esercita tra le superfici di corpi a contatto. Per un corpo di peso P appoggiato su un piano orizzontale è chiamiamo coefficiente di attrito radente il rapporto tra la forza di attrito radente ed il peso P del corpo:
(attento: questo è un caso particolare;
in generale si usa la componente perpendicolare al piano di appoggio della
risultante delle forze agenti sul corpo)
Il coefficiente d'attrito è una grandezza
adimensionale e dipende dai materiali delle due superfici a contatto e dal modo
in cui sono state lavorate.
L'attrito volvente è più piccolo di quello radente.
Mentre quest'ultimo dipende dal reciproco strisciamento di due corpi solidi,
quello volvente è dovuto al rotolamento dell'uno sull'altro. La superficie di
contatto tra i due solidi è piccolissima in questo caso.
L’ATTRITO
MATERIALI
Parallelepipedo 15x5x3 del peso
di 250 g (con lati di diverse materiali: legno lucido, velluto, plastica),
dinamometro, cilindri di acciaio.
PROCEDIMENTO
Aggancio il dinamometro al blocco
e tiro orizzontalmente al piano del tavolo fino a smuovere il blocco; la
superficie a contatto con il banco è la plastica. Poi ripeto con la superficie
di legno lucido
OSSERVAZIONI
La forza per muovere il blocco è
di 31,8 g (valore medio dopo una decina di misure).
La seconda misura dà (valore
medio) 29,9 g.
L’ultima misura la facciamo con
dei cilindri di acciaio sotto il blocco e la forza per spostare il blocco è
praticamente nulla.
Calcolo il coefficiente di attrito radente nei due
casi con la formula m=Fr/P e trovo:
coefficiente di attrito radente=31,8/250=0,127
e coefficiente di attrito radente=29,9/250=0,120
CONCLUSIONI
Ho determinato il coefficiente di
attrito radente tra i diversi materiali. Ho capito che la forza per spostare il
blocco è inferiore quando l’attrito è volvente. Con l’attrito volvente
l’attrito è come si azzerasse.
FABRIZIO GREPPI
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