domenica 4 ottobre 2015

Padiglione Zero, fame e borsa

La prima sala del Padiglione è dedicata all'Archivio della Memoria: al suo interno è stato allestito un'enorme cassettiera di legno somigliante a un’antica biblioteca, i cui cassetti rappresentano la memoria della conoscenza accumulata nei millenni.

Nella seconda sala la riproduzione di un grande albero, la cui chioma fuoriesce dal soffitto e svetta oltre il tetto del padiglione (visibile più avanti dal cortile), vuole sottolineare la supremazia della Natura sull’uomo.

La sala successiva ospita un’installazione che comprende una selezione di semi coltivati nelle principali piantagioni della terra. I semi sono conservati dentro dei contenitori trasparenti e retroilluminati su di una parete.
 Al centro della sala grandi proiezioni fanno scorrere i numerosi prodotti della terra derivanti da quei semi.

Il tour continua nella sala degli animali, dove sono riprodotte a grandezza naturale e di colore bianco molte specie di animali, che nei secoli gli uomini hanno allevato o cacciato. Uscendo da qui si accede alla Valle della civiltà, che comprende il cortile interno del padiglione.

La stanza dedicata alla rivoluzione industriale contiene un grande plastico, che mostra come l’uomo ha influito sull’ambiente modificandolo pesantemente.

La contemporaneità è simboleggiata dalla Borsa mondiale del cibo allestita con un maxi-schermo che forma un muro dell’altezza di venti metri, sul quale sono presentate le oscillazioni di prezzo del cibo.
Gli alimenti siano ormai solo merci da vendere, attraverso le quali comunicare effimeri valori di scambio come mostrano gli spot pubblicitari che si alternano alle fluttuazioni del prezzo dei prodotti.

La stanza successiva porta a riflettere sullo spreco del cibo, uno dei temi primari di Expo 2015. Parte del pavimento della sala è coperto da una collina formata da rifiuti quotidiani.


Vuoi capire meglio il significato delle fluttuazioni del prezzo del cibo?
Il rapporto congiunto Ocse-Fao 2014-2013 ha previsto infatti per i prossimi anni un periodo di stabilità dei prezzi agricoli, in controtendenza con l’intensa volatilità degli ultimi anni, dimostrata dalle variazioni del prezzo del grano: dai 170 dollari nel 2005 è passato a 350 nel 2007, per poi scendere a poco più di 200 dollari e aumentare ancora alla fine del 2010 fino a quota 300.
Le ragioni di questa instabilità?
Secondo il Ministero delle Politiche Agricole, le cause sarebbero attribuibili all'aumento della popolazione mondiale, allo sviluppo dei biocombustibili, alle variazioni climatiche e al miglioramento delle condizioni economiche nei paesi emergenti. Per le più importanti ONG, invece, il principale fattore scatenante del saliscendi dei prezzi sarebbe la speculazione, fattore che pesa drammaticamente sui Paesi a basso reddito: secondo un celebre editoriale del New York Times del 2008, se una famiglia americana a basso reddito spende il 16% del proprio budget per alimentarsi, una nigeriana è costretta a spendere il 73%, una vietnamita il 65% e un’indonesiana il 50%.

Per sostenere i 795 milioni di persone sottoalimentate nel mondo (dati FAO 2015) che potrebbero trarre beneficio dall'abbassamento dei prezzi del cibo, negli anni sono nate numerose iniziative per contrastare la speculazione dei mercati alimentari e il rialzo del prezzo delle commodities: è il caso dell’associazione inglese Global Justice Now e del Global Food Crisis Response Programme, finanziato dalla World Bank dal 2008 e attivo in 49 Paesi per sostenere le popolazioni più povere di fronte alla crisi alimentare e finanziare lo sviluppo di programmi agricoli.
da http://www.borsaitaliana.it/notizie/food-finance/materie-prime/047prezzicibo.htm

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