martedì 21 maggio 2013

Da dove veniamo?

La famiglia ominide fa la sua comparsa in un luogo imprecisato del continente africano intorno a 6-7 milioni di anni fa.
La specie Homo muove i suoi primi passi, sempre in Africa, molto tempo dopo, fra 160 e 200mila anni fa.
Fisicamente ci somiglia molto. Il suo universo cognitivo da cacciatore-raccoglitore, invece, è lontanissimo da noi. Si tratta di una specie ben adattata al clima africano, capace di spostarsi e di adattarsi. Ma per molti altri aspetti l’Homo sapiens è un ominide al pari di altri suoi predecessori o coetanei con i quali ha convissuto per decine di millenni, fino a poco meno di 30mila anni fa.

Circa 50mila anni fa compaiono sepolture rituali e arte rupestre. Con la “rivoluzione paleolitica” nasce la mente umana.
Nel 1872 Charles Darwin scrive nella sesta edizione dell’Origine delle specie una lunga dissertazione sull’origine degli organi di estrema complessità e perfezione.
I creazionisti avevano infatti notato, nella loro critica a Darwin, che era difficile spiegare come lo stadio iniziale di un organo, per esempio un 5% di un’ala o di un occhio, potesse essersi evoluto in vista della sua utilità attuale, dato che non poteva servire all’inizio per volare o per vedere. 
 Darwin sostenne che in natura un organo può svolgere più funzioni o, viceversa, una funzione può essere assolta da più organi.
In tal modo, la selezione naturale può convertire una struttura da una certa funzione primaria a un’altra nel corso dell’evoluzione. Un organo può dunque avere un pre-adattamento per una certa funzione e poi essere utilizzato per un’altra. 
Come dire che l’utilità attuale di una struttura o di un comportamento non coincide necessariamente con la sua origine storica.

All’incirca dai 45mila ai 34mila anni fa emergono capacità cognitive inedite e incommensurabili rispetto a quelle degli altri primati. I comportamenti sociali raggiungono livelli complessi. 

Un nuovo fenomeno ha fatto la sua comparsa sul pianeta: una specie dotata di linguaggio articolato e di spiccate capacità relazionali e simboliche, con forti tendenze all’elaborazione di concetti astratti.
Da un ramoscello laterale dell’evoluzione nasce la prima specie biologica autocosciente in grado di porsi domande sul proprio destino e, qualche millennio a venire, sulla propria evoluzione. 
Se proviamo a elencare, con l’aiuto della letteratura paleoantropologica più aggiornata, le caratteristiche che l’umanità manifesta nei siti europei in concomitanza con questo grande balzo, gli elementi di discontinuità appaiono davvero straordinari. Compaiono le prime forme di innovazione culturale; le popolazioni umane si dividono in gruppi stabili e omogenei, nasce la diversità culturale e linguistica; esplode la produzione di rappresentazioni simboliche e artistiche; si ritualizzano le pratiche di sepoltura; compaiono i primi indizi di un interesse per la comprensione dei fenomeni naturali; le società di caccia e raccolta si raffinano enormemente.

Cosa può avere innescato questa esplosione di creatività, di mobilità, di immaginazione e di spiritualità?

(adattato da Telmo Pievani)

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