All’incirca 40mila anni fa si registrano alcune trasformazioni dell’apparato che permette l’emissione di suoni – cioè l’abbassamento della faringe e un diverso posizionamento della laringe.
Queste novità anatomiche compaiono in un ominide che aveva già acquisito la stazione eretta. L’uso delle mani e lo sviluppo di un apparato capace di produrre una più vasta gamma di suoni sono gli strumenti con cui i nostri antenati svilupperanno le straordinarie capacità che cambieranno il corso dell’esistenza della nostra specie.
I paleoantropologi parlano di un grande balzo in avanti di Homo sapiens in termini di comparsa di capacità cognitive nuove e non confrontabili rispetto a quelle degli altri Primati: nascono la diversità culturale e linguistica, l'arte, le pratiche di sepoltura.
L’Homo sapiens possedeva il corredo anatomico, neurale e comportamentale necessario già centomila anni prima: perché ha aspettato tanto? Perché l’avvicinamento alla produzione simbolica, all’arte, alla spiritualità e alla diversità culturale non è stato graduale? Perché questa discontinuità?
Non c’è stata la comparsa di strutture che non fossero già presenti nelle scimmie antropomorfe: è stata solo una questione di organizzazione e di connessione fra le parti.
Oggi molti scienziati, fra i quali principalmente Ian Tattersall e Jeffrey Lieberman, ipotizzano che intelligenza simbolica sarebbe connessa all’emergenza del linguaggio articolato. Quest’ultimo sarebbe un exaptation (vuol dire che in natura un organo può svolgere più funzioni o che una funzione può essere assolta da più organi. Un organo può dunque avere un “pre-adattamento” per una certa funzione e poi essere cooptato per un’altra: parliamo di pre-adattamento per indicare un carattere formatosi per una determinata ragione, o anche per nessuna ragione, poi convertito ad un altro utilizzo) legato alla morfologia allungata della gola.
L’abbassamento della laringe comporta un allungamento dello spazio faringeo, all’interno del quale avviene la modificazione del suono proveniente dalle corde vocali.
È una trasformazione anatomica molto rischiosa per una specie, perché la discesa della laringe impedisce all’animale di deglutire e di respirare allo stesso tempo, esponendolo al rischio continuo di soffocamento.
Nessun mammifero eccetto Homo sapiens ha adottato questa modificazione e anche i cuccioli umani, fino all’età di due anni, rimangono con la laringe alta per poter succhiare il latte e respirare contemporaneamente: entrambi non possiedono l’apparato necessario per il linguaggio articolato. Il linguaggio articolato comporta rischio: per avere i suoi vantaggi si deve correre il pericolo del soffocamento ( il video sulla deglutizione è qui).
Forse, per quasi 80mila anni siamo stati una specie exattativa, cioè dotata di una riserva di strutture anatomiche ridondanti che poi, intorno a 40mila anni fa, abbiamo utilizzato per dare avvio all’intelligenza simbolica, al linguaggio articolato ed al ragionamento astratto. Questo potrebbe spiegare l’evoluzione separata dell’anatomia e dei comportamenti simbolici dell’Homo sapiens.
Qual è stato lo stimolo per passare all’intelligenza simbolica?
La velocità di diffusione del nuovo comportamento è così alta che difficilmente l’innesco può essere stato di tipo anatomico, perché ciò presupporrebbe una sostituzione di popolazioni. È molto più probabile uno stimolo di tipo culturale o sociale, nato all’interno di una popolazione e poi trasmesso rapidamente a tutta la specie per diffusione.
In chiusura di uno dei suoi ultimi saggi, dedicato all’arte rupestre del Paleolitico, Stephen Jay Gould annota: Abbiamo sempre amato l’arcobaleno, da 30mila anni a questa parte. Per tutto il tempo trascorso da allora ci siamo sforzati di dipingere la bellezza e la forza della natura. L’arte di Chauvet (e di Lascaux, di Altamira, …) eleva il nostro cuore perché su quelle pareti noi vediamo i nostri inizi e sappiamo che, anche allora, avevamo in noi qualcosa di grande.
(adattato, con molte semplificazioni e spero senza errori significativi da Telmo Pievani)
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