domenica 13 dicembre 2015

Neuroni, neurotrasmettitori, droghe

Come funziona il neurone? 
Guarda il video: https://www.youtube.com/watch?v=t3j7vNwf3K8

Com'è fatto e come funziona il nostro cervello?
Un video (lungo ma molto interessante; spiega in termini semplici, con delle animazioni, la trasmissione dell'impulso nervoso): https://www.youtube.com/watch?v=x3dtl2_zKNw

Come le sostanze psicotrope alterano il funzionamento del cervello?

Sai già che un neurotrasmettitore è una sostanza che veicola le informazioni fra i neuroni attraverso la trasmissione sinaptica. All'interno dei neuroni i neurotrasmettitori sono contenuti nelle vescicole sinaptiche presenti nell'assone in prossimità della sinapsi.
Quando il neurone è raggiunto da uno stimolo, le vescicole sinaptiche riversano il proprio contenuto nello spazio sinaptico. I neurotrasmettitori rilasciati si legano a recettori localizzati sulla membrana post-sinaptica. L'interazione fra i neurotrasmettitore e il recettore determina una risposta nel neurone post-sinaptico.
Questa risposta può eccitatoria o inibitoria, può cioè creare o bloccare un impulso nervoso nel neurone ricevente. Molti neurotrasmettitori vengono rimossi dallo spazio tra le sinapsi da specifiche proteine, altrimenti potrebbero continuare la loro azione.
Come agiscono le droghe? Si sostituiscono ad alcune sostanze chimiche prodotte normalmente dal nostro organismo per regolare bisogni come l'alimentazione o la riproduzione. 


Le droghe rendono gli effetti legati alla soddisfazione di questi bisogni più intensi rispetto a quelli prodotti dall'azione normale. Gli stimoli fisiologici sono sostituiti dalle sensazioni prodotte dalla droga.
 

Guarda gli effetti dell'azione delle droghe:
https://www.youtube.com/watch?v=AwhrivV44nI

Una panoramica sulle droghe
OPPIOIDI
Con il termine oppioidi si indicano i derivati dell’oppio, il succo del papavero sonnifero. La morfina e l’eroina sono gli oppioidi più noti. Il principio attivo dell’oppio è la morfina, cento volte più potente dell’oppio. Gli oppioidi agiscono sui recettori per le endorfine, una classe importante di neurotrasmettitori che regolano le funzioni dei sistemi cerebrali delle emozioni, del piacere e i meccanismi che controllano dolore e respirazione.
L’azione degli oppiodi è inibente, deprime cioè l’attività dei centri e delle vie nervose con cui interagisce. Gli oppioidi diminuiscono la percezione del dolore, ma soprattutto diminuiscono la risposta affettiva allo stimolo doloroso. Già dalle prime esposizioni agli oppioidi il cervello diminuisce il numero di recettori presenti sulla membrana cellulare e aumenta la capacità di eliminare le molecole di oppioidi. Tali adattamenti sono alla base del fenomeno detto tolleranza, per cui chi assume oppioidi sarà costretto ad aumentare progressivamente le dosi per ottenere lo stesso effetto. La sintesi naturale di endorfine da parte del cervello viene soppressa.


L’azione degli oppiodi è inibente, deprime cioè l’attività dei centri e delle vie nervose con cui interagisce. Gli oppioidi diminuiscono la percezione del dolore, ma soprattutto diminuiscono la risposta affettiva allo stimolo doloroso. Già dalle prime esposizioni agli oppioidi il cervello diminuisce il numero di recettori presenti sulla membrana cellulare e aumenta la capacità di eliminare le molecole di oppioidi. Tali adattamenti sono alla base del fenomeno detto tolleranza, per cui chi assume oppioidi sarà costretto ad aumentare progressivamente le dosi per ottenere lo stesso effetto. La sintesi naturale di endorfine da parte del cervello viene soppressa.
L’uso continuativo degli oppioidi finisce per privare il cervello delle sostanze che esso stesso produce per far fronte al dolore e all’ansia. Vengono attivati sistemi per produrre una risposta compensatoria e contrastare l’azione deprimente degli oppioidi sul sistema nervoso. Queste reazioni determinano la necessità di assumere sempre più droga per mantenere il nuovo equilibrio funzionale che emerge nella sindrome di astinenza. Diventa intensissima l’attività nei sistemi neuronali compensatori liberati dal freno della droga. La conseguenza più grave e pericolosa dell’uso degli oppioidi è l’overdose o iperdosaggio. Può bloccare le funzioni dei centri respiratori e cardiovascolari e provocare la morte. L’uso degli oppioidi altera anche la regolazione delle funzioni sessuali. Ulteriori complicazioni mediche derivano dalla tossicità delle sostanze da taglio.

COCAINA
La cocaina deriva dalla pianta della coca (Erythroxylum coca o Erythroxylon coca). Riproduce le funzioni del sistema nervoso simpatico: aumenta la contrattilità del cuore, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. È un potente stimolante del sistema nervoso centrale: abolisce il sonno, la fame, la sete, dà un senso di euforia, forza e di energia. Nel 1860 fu usato come farmaco per curare la depressione, l’asma, l’obesità, per disintossicare gli alcolisti e i morfinomani.
La cocaina agisce sulle vie e sui centri nervosi del cervello che usano la dopamina come neurotrasmettitore, impedendo il riassorbimento di questa da parte delle terminazioni nervose. La dopamina produce delle gratificazioni che sono associate a mangiare, bere, alla sessualità. Il blocco del riassorbimento della dopamina operato dalla cocaina si traduce negli effetti psicostimolanti e gratificanti prodotti da tale sostanza. L’attivazione ripetuta della trasmissione e il blocco del riassorbimento dei neuroni dopaminergici determinano però nel cervello un forte deficit di dopamina e conseguentemente la grave depressione psicofisica e l’incapacità di provare piacere che si osserva nei cocainomani in astinenza.
I sintomi della sindrome di astinenza sembrano tuttavia dovuti anche all’azione compensatoria di altri sistemi neuronali impegnati ad inibire le funzioni cerebrali per ottenere gli effetti stimolanti della cocaina. L’azione della cocaina produce fenomeni di tolleranza inversa per cui, al contrario degli oppioidi, alcuni degli effetti aumentano col progredire dell’intossicazione cronica. È il caso dei disturbi psichiatrici che vanno dalla semplice ipervigilanza allo sviluppo di forme maniacali, sino all’insorgenza di idee deliranti e di psicosi paranoiche e ad alterazioni del comportamento motorio (tic e movimenti stereotipati).



Prossimamente vedremo altre sostanze. (dal video La droga e i suoi effetti sul cervello, editoriale Le Scienze)

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