domenica 25 maggio 2014

3A-Organizzare le relazioni

Organizzare una presentazione
http://bredainrete.blogspot.it/2013/09/come-fare-una-presentazione.html 

Link utili su Alice Underground


http://bredainrete.blogspot.it/2013/10/la-logica-di-carroll.html
http://bredainrete.blogspot.it/2013/10/in-fondo-alla-tana-del-coniglio-4-pozzi.html http://www.elfo.org/stagioni/20122013/aliceunderground.html


Il Laboratorio alla COOP/Info utili

Etichette
Sul guscio delle uova c'è un codice, per esempio:
0 IT 045 TO 001
Foto: Romabiologica.com
La prima cifra indica il tipo di allevamento: 0 corrisponde a quello biologico, 1 a quello all'aperto, 2 a terra, 3 in batteria. Lo 0 del biologico, in particolare, indica sia l'alimentazione della gallina che lo spazio che ha a disposizione per razzolare. La seconda e la terza lettera rappresentano la sigla del paese di produzione (IT per l'Italia), mentre i 3 numeri successivi sono un codice che indica il Comune, seguito dalla sigla della Provincia. Le ultime 3 cifre sono il codice attribuito dalla ASL ad ogni singolo allevamento.
Sotto questo codice troviamo la data di scadenza o (ma è facoltativa) quella di deposizione. Ultima info: la categoria che compare sulle confezioni indica la qualità delle uova: A (uova alimentari), B (uova di seconda scelta), C (uova per uso non alimentare, ma industriale).

La filiera produttiva della carne
L'etichetta deve contenere:
 • un numero o un codice di riferimento che evidenzi il nesso e legame tra le carni e l'animale di origine; il numero può essere il codice di identificazione del singolo animale da cui provengono le carni o il numero di identificazione di un gruppo di animali;
 • nome dello Stato membro o del paese terzo in cui è situato il macello.
 • nome dello Stato membro o del paese terzo in cui è situato il laboratorio
 • nome dello Stato membro o del paese terzo in cui è nato l'animale;
 • nome dello Stato membro o del paese terzo (eventualmente più di uno) in cui è stato effettuato l'ingrasso (ossia la crescita e l'allevamento).

Nella vendita al dettaglio tutte le informazioni sugli animali e la provenienza della carne (oltre a quelle su taglio, prezzo, peso e scadenza) devono essere riportate o sulla vaschetta o su un cartello accanto al bancone.
L'etichetta nutrizionale è facoltativa, ma diventa obbligatoria quando la presentazione o la pubblicità del prodotto indicano particolari caratteristiche nutrizionali.
La tabella nutrizionale deve indicare il valore energetico e la quantità di proteine, carboidrati e grassi. A questi possono aggiungersi zuccheri, acidi grassi saturi, fibre alimentari e sodio. In alcuni casi si possono indicare le quantità di altri nutrienti, come le vitamine e alcuni sali minerali.
L'importante è che la tabella sia chiara e non fuorviante, non crei sospetti sulle caratteristiche nutrizionali di altri alimenti, non incoraggi un uso smodato di quel prodotto, non affermi o sottintenda che le stesse sostanze non possano essere fornite da una dieta varia ed equilibrata.

I dadi da brodo
Abbiamo visto la scarsa % di carne presente nei dadi. Ma prima, dal blog di Gianna Ferretti, la storia del dado da brodo.

Il chimico tedesco Justus von Liebig è considerato l’ideatore dell’estratto di carne.
Alla fine dell’ottocento mise a punto il processo per ottenere l’estratto di carne finalizzato a migliorare l’apporto in proteine della popolazione malnutrita. La carne era un alimento costoso in Europa, mentre in Sud America esistevano grandissimi pascoli con numerosi allevamenti. Nel 1847, scrisse il libro “Sulla composizione della carne”, e propose di preparare in Sud America un concentrato della carne che fosse facilmente trasportabile e conservabile; si trattava di cuocere la carne del bovini, preparare un brodo concentrato e essiccarlo per essere venduto come “estratto”.

Qualche anno più tardi, nel 1880 lo svizzero Julius Maggi, mise a punto un altro tipo di concentrato, a base di cereali, grassi ed estratto di carne, da commercializzare in cubetti. L’uso comune del dado da cucina si è affermato in Italia attorno agli anni venti del secolo scorso. A distanza di tanti anni i preparati per brodo sono prodotti oltre che in cubetti anche in forma granulare.

Ultimamente troviamo anche il Brodo già pronto. Cosa contiene?
Brodo Pronto Star con carne mista
Ingredienti: Acqua, verdure 0,9% (porro, pomodoro, carote 0,01% e sedano 0,01%) in proporzione variabile, sale, aromi naturali (contengono frumento, uova e latte), estratto di lievito, estratto di carne 0,07%, carne di pollo 0,04%, carne di manzo 0,04%, olio extravergine di oliva, spezie.
Brodo con Carne di Manzo
Ingredienti: Acqua, verdure 0,9% (porro 0,9%, pomodoro, carote 0,01% e sedano 0,01%) in proporzione variabile, sale, aromi naturali (contengono soia e latte), estratto di lievito, estratto di carne 0,07%, carne di manzo 0,04%, colorante (caramello naturale) olio extravergine di oliva.
Leggi tutto su http://trashfood.com/?s=dado

Allevamenti: quali regole?
Per tutti i bovini destinati alla produzione di carne allevati in Italia o in altri paesi europei deve essere permessa in ogni momento la completa tracciabilità, e si chiedono pari garanzie da tutti gli altri paesi da cui noi importiamo carne.
Dopo la tragedia della "mucca pazza", l’Unione Europea ha adottato infatti delle regole precise che riguardano l’allevamento degli animali e l’etichettatura delle carni, il cui rispetto deve assolutamente essere garantito al consumatore.
In particolare:
• Bando totale delle farine di origine animale nell’alimentazione
• Etichettatura obbligatoria di tutti i bovini
• Attivazione di un sistema di sorveglianza attiva basato su test obbligatori per tutti i capi di età superiore ai 30 mesi destinati al consumo umano e a 24 in alcuni casi specifici.
• gli allevamenti, che non sono ammessi senza terra. L’alimentazione deve essere costituita nel 35% da alimenti derivanti dall’azienda o dal comprensorio (per esempio pascolo) e perciò almeno un terzo dell’alimentazione è senza mangimi. I mangimi non devono contenere OGM (che devono essere dichiarati se in percentuale superiore all’1%), devono essere completamente vegetali e di origine biologica le cure: sono consentiti 2-3 cicli di trattamenti con medicinali allopatici in un anno.
• la densità di bovini per ettaro, che è stabilita per legge secondo le dimensioni degli animali.
• le stalle: tutti gli animali devono avere la possibilità di accedere a spazi aperti. All’interno della stalla deve esserci un’area di riposo il cui pavimento sia coperto con materiale naturale. Il consumatore riconosce le carni “bio“ dalle etichette dove, oltre ad essere riportata l’indicazione “biologico”, deve essere individuabile l’ente che ha rilasciato la certificazione e un apposito marchio. Il marchio viene rilasciato soltanto dopo accurati e specifici controlli. 

I marchi (attenzione: non sono le marche, cioè l'indicazione delle case produttrici)
Sono un indice di qualità. Per esempio: Indicazione geografica protetta o IGP.
Le razze Romagnola, Marchigiana e Chianina hanno ricevuto nel 1998 il marchio IGP (“Vitellone bianco dell’Appennino centrale”). Questo marchio comunitario viene attribuito a quei prodotti per i quali almeno una fase del processo produttivo deve avvenire in una particolare area.
Rappresenta una garanzia per il consumatore e anche per il produttore.

Qual è l'effetto degli allevamenti sull'ambiente?
Elementi da considerare nella determinazione dell’impronta ambientale dell’allevamento zootecnico
•i prodotti chimici usati in agricoltura, per la produzione dei foraggi e dei mangimi
•l’energia consumata
•l’impatto sulla Biodiversità
•i Gas ad Effetto Serra prodotti
•il consumo di Acquadell’intera fliera (non solo quindi il suo inquinamento)
•la difesa del Suolo

Per esempio, quanta acqua occorre per produrre 1 Kg di carne?
•6,5 kg di granaglie, 36 kg di foraggi che hanno impiegato circa 15,2 metri cubi d’acqua;
•1 kg di carne bovina ha consumato 0,3 metri cubi di acqua di abbeverata e servizio;
In totale, per 1 kg di carne bovina si sono consumati 15,5 metri cubi d'acqua.


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