mercoledì 24 ottobre 2018

3A - Esperimenti sulla vista

Il “ricordo” di ciò che l’occhio ha visto rimane sulla retina per un decimo di secondo.
Questo fenomeno prende il nome di persistenza delle immagini sulla retina.
Se il nostro occhio riceve due immagini intervallate da un tempo inferiore a 1/10 di secondo, vediamo la seconda immagine prima che la precedente sia "dimenticata".
Nei cartoni animati, immagini leggermente differenti sono proiettate con tempi inferiori al tempo di persistenza sulla retina; allora, per effetto della persistenza delle immagini, le vediamo in movimento e non "fisse". Il taumatropio ne è un semplice esempio.

Costruiamo un taumatropio (dal greco giro delle meraviglie).
Queste sono solo alcune idee. Si prendono due dischi di cartoncino uguali esi disegnano due immagini come un ramo e un uccellino, un pesce e un acquario (vuoto), una tela e un ragno, un uccellino e una gabbia... I due dischi devono essere incollati con un bastoncino (uno stecchino da spiedini va bene, ma anche un legnetto sottile) nel mezzo. Poi sfregando le mani si fa ruotare il dispositivo.




C'è una zona della retina completamente priva di bastoncelli, detta fovea, che presiede alla percezione dei colori e alla alta risoluzione spaziale. Ciascun cono presente nella fovea è collegato ad una cellula nervosa, collegata con il cervello.

Bastoncelli e coni sono fotorecettori che possono essere sovrastimolati e produrre immagini persistenti negative.
Per esempio, fissando intensamente questa immagine per 60'' e spostando poi lo sguardo su un foglio bianco, mi apparirà un'immagine della bandiera ma con colori diversi!
Questo fenomeno si chiama effetto di contrasto consecutivo negativo.
Esso è legato all'affaticamento dei fotorecettori (coni e bastoncelli) della retina dell'occhio.




Molto semplicemente può esser spiegato così: se i fotorecettori vengono costretti a fissare a lungo uno stesso colore, si affaticano e tendono ad essere meno sensibili a quel colore.
Perciò, guardando una superficie bianca (il bianco è la somma di tutti i colori), non ne percepiscono le componenti per le quali sono stati desensibilizzati. In pratica, ciò che viene percepito è il colore complementare o opposto.

Il fenachistoscopio (dal greco phenakizein, che significa "ingannare" o "imbrogliare", poiché si "inganna" l'occhio, dal momento che gli oggetti nei disegni sembrano muoversi e da σκοπέω "vedere, osservare"è un antico strumento ottico che consente di visualizzare immagini animate.



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