Nel periodo 1985-2012 sono state riportate 56.952 diagnosi di infezione da HIV: di queste il 72,2% erano maschi.
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2014 sono maschi nel 79,6% dei casi, hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 36 anni per le femmine. La maggioranza delle infezioni da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti (84,1%, di cui eterosessuali 43,2% e maschi che fanno sesso con maschi 40,9%). Il 27,1% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.
E’ cambiata la modalità di trasmissione del virus: diminuisce la proporzione di tossicodipendenti mentre aumentano i casi dovuti a trasmissione sessuale.
Fra i casi di AIDS diagnosticati al 31 dicembre 2014, 804 (1,2%) sono casi pediatrici, cioè pazienti con età inferiore ai 13 anni al momento della diagnosi. L’infezione da HIV in età pediatrica deriva quasi esclusivamente dalla trasmissione madre-figlio (o trasmissione verticale).
Le regioni italiane con l’incidenza di diagnosi più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.
L’AIDS è la prima causa di morte fra gli adolescenti in Africa. Circa metà degli adolescenti (15-19 anni) sieropositivi nel mondo sono concentrati in 6 Stati: Sudafrica, Nigeria, Kenya, India, Mozambico e Tanzania. Nell'Africa Subsahariana, la regione con la più alta incidenza del virus, il 70% dei contagi nella fascia di età tra 15 e 19 anni è rappresentato da ragazze. Nonostante questa emergenza, solamente un adolescente africano su 10 ha effettuato il test per l’HIV. Solo un terzo di essi ha accesso ai farmaci.
Secondo il rapporto UNICEF "Aggiornamento statistico su bambini, adolescenti e l’AIDS” nei paesi poveri a meno della metà dei neonati viene effettuato il test HIV entro i primi 2 mesi di vita. Questa carenza ha gravi conseguenze, perché se la condizione di sieropositività non viene diagnosticata tempestivamente si riduce di molto l'efficacia della terapia farmacologica.
Cos'è l'HIV?
L'HIV è un retro-virus, che contiene cioè un codice genetico RNA, il quale comunica con quello umano attraverso un particolare enzima. Esso è in grado di agire su tutto l'apparato di difesa del nostro organismo, inducendo la comparsa di anticorpi e al tempo stesso eludendone il controllo, fino a dare luogo ad un'infezione sistemica.
Come si trasmette il virus?
Sono riconosciute tre modalità principali: trasmissione sessuale, trasmissione parenterale e trasmissione materno-fetale.
1) La trasmissione sessuale è responsabile ogni anno del 75% di nuove infezioni. L'HIV è contenuto, infatti, in elevate concentrazioni all'interno del liquido seminale che, entrando in contatto con un soggetto sano sia attraverso la mucosa, sia attraverso ferite, può contagiarlo in breve tempo.
2) La trasmissione parenterale avviene tramite il contatto tra sangue sano e sangue infetto. E' la maggiore causa di contagio nei soggetti tossicodipendenti, che spesso si scambiano siringhe infette.
3) La trasmissione materno-fetale, infine, si verifica quando una donna sieropositiva rimane incinta. Il passaggio del virus dalla madre al figlio può avvenire in tre momenti diversi: in utero, durante il parto o con l'allattamento.
Cos'è l'AIDS?
L'AIDS, o sindrome di immunodeficienza acquisita, è una malattia causata dal virus dell'HIV.
Essa è caratterizzata da un un indebolimento del sistema immunitario, che favorisce lo sviluppo di infezioni secondarie, tumori secondari e malattie di tipo neurologico.
Non esistono oggi nè una cura, nè un vaccino contro l'AIDS; abbiamo, tuttavia, a disposizione dei farmaci detti "antiretrovirali" che, somministrati in combinazioni diverse, possono aiutare a tenere sotto controllo la replicazione virale e, quindi, la gravità dei sintomi che verranno sviluppati nell'organismo colpito.
Ascolta Cecilia Steinwurzel, laureanda in medicina all'Università Statale di Milano, sul sito di Oilproject.
Altre brevi lezioni http://www.oilproject.org/lezioni/scienze/educazione-sessuale?page=1, a cura della dott.ssa Alessandra Graziottin.
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